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La pubblicità che non si vede

LA PUBBLICITÀ CHE NON SI VEDE: studio condotto dalla School of Management del Politecnico di Milano e Mimesi

Sono 8 milioni gli utenti internet che modificano le loro scelte d’acquisto a seguito delle informazioni recuperate attraverso i social media, il 15% dei consumatori utilizza internet per la ricerca di informazioni all’interno dello stesso punto venditae 15 milioni di utenti si fidano pienamente di quanto trovano nei blog e nei forum circa prodotti e servizi. Al contrario del passaparola tradizionale, che trasmetteva soprattutto le esperienze negative, il consumatore 2.0 condivide ora anche quelle positive. Sono alcuni dei risultati dello studio condotto dalla School of Management del Politecnico di Milano , in collaborazione con Mimesi (società del Gruppo Reed Business Information ), su 1184 persone per capire in che modo i social media (blog, forum, social network) influenzano i processi di acquisto dei consumatori italiani. “Questi dati – ha affermato Marco Levi , amministratore delegato di Reed Business Information – impongono serie riflessioni a quanti si occupano di marketing. Il presidio della Rete e dei social network non può più essere fatto solo per prevenire eventuali crisi reputazionali, ma deve diventare una componente attiva di ogni normale attività di marketing”. L’indagine, rivolta a un campione di utenti web tra i 18 e i 65 anni, ha analizzato la frequenza di utilizzo dei media nuovi e tradizionali (stampa, tv, radio) per la raccolta di informazioni nei processi di acquisto, la fase del processo in cui avviene tale utilizzo, l’influenza che ha l’informazione reperita, quale grado di fiducia i consumatori esprimono in questa informazione, l’attitudine all’utilizzo futuro dei media. Il tutto riferito a quattro categorie merceologiche: alimenti per l’infanzia, alimenti salutistici, servizi bancari e apparecchiature mobile (cellulari, smartphone e tablet).