Nuova legge SUL COPYRIGHT

Bonomi (Mimesi): un passo avanti per le aziende di media monitoring

È in dirittura di arrivo la nuova legge sul copyright che, recependo la direttiva europea del 17 aprile 2019, estende la tutela del diritto d’autore sulle reti digitali, prevedendo un’adeguata remunerazione per lo sfruttamento economico dei contenuti editoriali online da parte di soggetti terzi. La nuova disciplina, che deve essere discussa in Parlamento, metterà si spera un punto fermo alla lunga diatriba tra gli editori e i grandi operatori del web, i cosiddetti over the top (ott), di cui si è molto parlato in questi anni, riconoscendo il diritto dei produttori di contenuti a un corrispettivo per ciò che viene pubblicato sulle piattaforme digitali. Ma la norma non riguarda solo gli ott: sono interessati anche altri soggetti che sfruttano in vari modi i contenuti editoriali, come le società di media monitoring, che con gli articoli di giornali e riviste realizzano le rassegne stampa per aziende e istituzioni. Anche su questa questione, oggetto di una lunga querelle, la nuova disciplina mette un punto fermo. La direttiva europea è stata recepita dal Parlamento italiano il 20 aprile scorso, ma non è ancora entrata in vigore nel nostro Paese: manca infatti il regolamento di attuazione, cioè il decreto legislativo che stabilisce in concreto come si applica la nuova disciplina. Il 5 agosto il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza finale del decreto, a cui hanno contribuito diverse amministrazioni dello Stato, dal ministero dei Beni culturali al dipartimento per l’Editoria, e l’ha trasmesso alle commissioni di Camera e Senato. “È l’ultimo passaggio prima del varo definitivo del provvedimento, previsto in tempi brevi”, afferma Marina Bonomi, amministratore delegato di Mimesi, società attiva nel mercato del media monitoring (rassegne stampa) dal 2001 e dal 2013 parte del gruppo DbInformation di Roberto Briglia e Gianni Vallardi. Nel testo varato dalla presidenza del Consiglio, le aziende di media monitoring vengono per la prima volta inserite tra i prestatori di servizi della società dell’informazione. “È un obiettivo per cui ci siamo battuti in tutte le sedi istituzionali perché darà più stabilità e maggiori prospettive al mercato”, commenta Bonomi. “I contenuti di qualità, prodotti dagli editori, devono essere remunerati da chi usufruisce di questi contenuti per fornire servizi, sia quelli delle grandi piattaforme digitali presenti sulla Rete, sia i servizi dei media monitoring operator come Mimesi. È chiaro che il compenso deve essere basato su un concetto di equità, in modo da retribuire giustamente l’editore e l’autore dell’articolo e consentire anche alle aziende di media monitoring di gestire un business economicamente sostenibile. Nei Paesi anglosassoni il concetto si definisce con l’acronimo ‘Frand’, che sta per ‘Fair, reasonable and non discriminatory’, ovvero ragionevole, sostenibile e non discriminatorio. È un principio riconosciuto a livello internazionale nell’ambito dei contratti di licenza e con l’entrata in vigore della nuova normativa regolerà anche i rapporti tra gli editori e i prestatori di servizi delle società di informazione”. La nuova disciplina prevede infatti che se le due parti non raggiungono un accordo sarà l’Agcom a decidere i criteri con i quali determinare l’equo compenso dovuto dagli ott e dalle società di servizi agli editori per l’utilizzo dei contenuti. In Italia finora non c’era una legge che disciplinasse questi rapporti, regolati quindi da contratti tra le parti. “Sul diritto d’autore noi abbiamo anticipato la normativa”, spiega Bonomi. “Abbiamo aderito fin dall’inizio a Promopress, l’organismo istituito nel 2012 dalla Fieg, Federazione italiana editori giornali, con il compito di raccogliere i compensi per il diritto di riproduzione e utilizzo degli articoli sulle rassegne stampa. Circa il 50% dei contenuti che eroghiamo nelle nostre rassegne proviene dagli editori che fanno parte di Promopress (il repertorio comprende circa 350 testate). Con gli editori che non aderiscono a Promopress – come i gruppi Rcs, Sole 24 Ore e Caltagirone – abbiamo stipulato accordi ad hoc. Questa è la nostra linea, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno una normativa sul tema. La nuova legge è comunque importante per togliere le ultime incertezze e stabilire condizioni uguali per tutte le imprese che operano in questo mercato”. Quello del media monitoring è un set tore in rapida evoluzione, sia dal punto di vista tecnologico sia per quanto riguarda i modelli di business. “Mimesi è stata la prima ad aggiungere il web al servizio di rassegna stampa e tra i primi a portare la rassegna sul mobile. Questa è la nostra attitudine: puntare sull’innovazione per fornire un servizio sempre più completo”, spiega Marina Bonomi. “Ci aiuta in questo percorso l’appartenenza alla Fibep, l’organizzazione internazionale delle società di media monitoring, che comprende 130 imprese di 60 Paesi: un osservatorio importante per seguire l’evoluzione del settore a livello internazionale”. Partendo dalla carta, Mimesi ha allargato via via il tiro a tutti i media, dalle televisioni alle radio, dal web ai social media. “Oggi offriamo un portfolio completo di servizi di media monitoring. E all’allargamento della nostra offerta ha corrisposto un’evoluzione dei ricavi, circa il 40% dei quali oggi provengono dai servizi innovativi digitali”, spiega l’amministratore delegato di Mimesi. “Nel 2020 siamo cresciuti malgrado la pandemia e abbiamo raggiunto quasi 5 milioni di euro di ricavi con un Ebitda significativo. Oggi siamo il terzo operatore in Italia con l’8% di quota di mercato, dopo Eco della Stampa e Data Stampa, alla pari con Kantar Media”. Coerenti con la strategia di ampliamento dell’offerta sono le ultime due iniziative della società: l’accordo con Volocom per introdurre tra i servizi di Mimesi lo sfogliato re di quotidiani e riviste Volo EasyReader, e la partnership siglata con la piattaforma di social listening di Brandwatch. Cosa offre in più Volo EasyReader rispetto ai precedenti servizi di Mimesi? “Nelle nostre rassegne stampa forniamo i testi dei singoli articoli, centrati sul profilo del cliente”, spiega Bonomi. “Nell’edicola digitale di Volocom si possono consultare invece le testate complete. Sono due servizi complementari. L’edicola di Volocom consente di accedere a circa 500 testate, sempre restando sulla stessa piattaforma, il che ovviamente è più comodo rispetto a dover fare tanti abbonamenti diversi con i vari editori. In pratica l’edicola digitale è l’evoluzione delle vecchie mazzette cartacee che le aziende fornivano ai propri manager. Il cliente si abbona alle testate che gli interessano e le consulta nell’edicola in formato digitale invece che cartaceo. Inoltre su Volo EasyReader è possi bile interrogare un motore di ricerca aggiornato in tempo reale con le ultime notizie da stampa, web, radio, tv e social network”. Anche Brandwatch porta un valore aggiunto all’offerta di Mimesi: “La società, che ha sede a Brighton, in Inghilterra, è il leader mondiale nel campo del social listening e del monitoraggio dei social network, secondo l’ultima ricerca di Forrester Wave. Il suo vantaggio principale è la copertura internazionale: la piattaforma monitora 125 milioni di siti, tra social network, blog e forum in 26 lingue. I contenuti non vengono solo indicizzati ma anche interpretati dal punto di vista semantico, quindi taggati e classificati. Mimesi utilizza Brandwatch come provider di dati per realizzare i servizi proposti ai clienti: l’analisi social, l’analisi della reputazione, gli alert, eccetera. Il monitoraggio è fatto in tempo reale, cosa fondamentale per organizzare azioni di engagement e rispondere a quanto gli utenti scrivono sui social”. Quali sono i clienti interessati a questo servizio? “Potenzialmente tutti, dal settore farmaceutico al largo consumo, dalle banche alle agenzie di comunicazione: le aziende hanno capito che è fondamentale per loro monitorare quello che succede su Internet”, risponde l’amministratore delegato di Mimesi. “Un aspetto interessante della piattaforma è l’utilizzo di software di machine learning e di intelligenza artificiale per interpretare i contenuti, dare un sentiment ai post sui social. Molto importante è anche il tema del riconoscimento delle immagini e dei brand. Sulla piattaforma di Brandwatch è possibile andare a intercettare i loghi delle aziende e vedere in quale contesto compaiono, se è positivo o ne gativo. Per esempio, un’azienda che fa uno spot durante gli Europei di calcio, attraverso questa piattaforma può verificare qual è la copertura del brand sui vari media. Da un monitoraggio di questo tipo prende le mosse poi l’analisi dei contenuti, non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. È importante sapere quanto si parla di una realtà aziendale, dei suoi prodotti e dei suoi manager, e anche come se ne parla, in quali contesti e in che termini”. I prossimi sviluppi quali saranno? “Guardiamo con grande attenzione ai nuovi linguaggi multimediali, sempre più centrali sulla Rete: i podcast, lo streaming su YouTube e le altre piattaforme, cioè il nuovo mondo dei contenuti audio e video. Stiamo seguendo questa evoluzione per cercare di fornire un servizio sempre più completo ai nostri clienti”. Claudio Cazzola

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